"PASSEGGIATE ROMANE" - Teatro Sala Umberto Roma
4 - 30.10.2011
Il Teatro Sala Umberto, storico Teatro di Via della Mercede,
nel cuore di Roma, a pochi passi da Piazza Barberini e poco distante da Piazza
di Spagna, per festeggiare i Cento Anni ha scelto uno degli attori italiani
“romani” più amati dal pubblico, il “Bravo” Enrico Montesano, il grande
“Rugantino” di Garinei e Giovannini, il “Ladrone” di Festa Campanile, colui che
ha saputo disegnare una grande galleria di personaggi amati anche dalle nuove
generazioni, dal “Pomata” ad “Evaristo” di “Grandi Magazzini”, che condivideva
il set con Paolo Panelli con le sue famose uscite “E se fa presto a dì…”.
Enrico Montesano debutta il 4 ottobre 2011 con “Passeggiate
Romane”. Il sottotitolo spiega le intenzioni dello spettacolo: 100 anni di
varietà da Petrolini a Montesano. Un bellissimo viaggio nella storia nato da una
idea di Alessandro Longobardi e scritto da Enrico Montesano con la
collaborazione ai testi di Nicola Fano.
L’attore romano in due ore di spettacolo rende omaggio ai
Grandi, da Ettore Petrolini (cantando la famosa “Canzone a Nina” firmata
dall’uomo con guanti a “pendolone”, cilindro e bastone) ad Anna Magnani
(ricordando il suo primo casuale incontro con la grande attrice), da Renato
Rascel ad Aldo Fabrizi, imitato perfettamente da Montesano che ricorda anche le
“merende” in camerino insieme al commendatore ai tempi di “Rugantino”, nel
famoso allestimento diretto da Pietro Garinei, che nel cast contava due dive del
nostro Teatro come Alida Chelli e Bice Valori, affettuosamente ricordate da
Enrico.
Il pubblico si diverte con Enrico che improvvisa, canta dal
vivo accompagnato dalla “Non Conforming Jazz Band”, spaziando da “Canta se la
vuoi cantà” a “M’è nata all’improvviso ‘na canzone”, brano lanciato da Nino
Manfredi e scritto da Fiorenzo Fiorentini e Ugo Calise.
Poi i suoi personaggi più celebri: la Romantica Donna
Inglese, Torquato il Pensionato, Dudù e Cocò che presentano uno sketch di
Giorgio e Guido De Rege (due comici che furono ospiti della “Sala Umberto”).
Enrico racconta delle feste di piazza, dei cantanti famosi come Claudio Villa
che chiamavano a raccolta migliaia di fan “appesi a grappoli ai lampioni” e
grazie ad un geniale gioco di luci, il palco diventa una piazzetta con le
“luminarie” con Enrico al proscenio, dapprima nei panni di un santo e poi in
quelli delle donne devote, esasperando l’intonazione di un inno sacro cantato a
gran voce.
Accanto ad Enrico troviamo Ottavio Buonomo (attore napoletano
che conta già numerose esperienze teatrali e televisive e un buon curriculum
nonostante la giovane età), Goffredo Maria Bruno (con Montesano già in diversi
spettacoli), Flaminia Fegarotti (attrice e doppiatrice che nello spettacolo
delizia il pubblico con “La più bella del villaggio”, un omaggio a Maria Campi,
soubrette romana che inventò la mossa e la portò prima a Napoli e poi a Roma,
proprio alla Sala Umberto, come racconta Montesano nel primo tempo) e Luisana Di
Fiore (ballerina napoletana, che conta partecipazioni a programmi televisivi di
successo come “Ballando con le stelle”, in cui si esibì danzando con lo stesso
Montesano).
La regia di Montesano rende questo racconto sulla storia del
varietà italiano anche un pretesto per narrare la “Roma” di Via Margutta, di
Federico Fellini che cammina infreddolito per le strade di Roma, di Patroni
Griffi che all’isola pedonale preferiva l’autobus perché “inquina, ma non sporca
come la gente”, la “Roma” raccontata dalle poesie e dagli allievi del Sor Gigi
Zanazzo, la Roma delle belle canzoni cantate dal Reuccio e da Gabriella Ferri
che tutti i giorni provava in “Vicolo della Campanella” lo spettacolo “Tiette la
cicca” in cui reinventò la nota “Dove sta Zazà”, la Roma delle passeggiate
notturne e di Mastroianni e quelle mattutine di Magni.
E spazio anche per la satira politica, quella che da sempre
contraddistingue le rappresentazioni teatrali di Enrico Montesano.
Uno spettacolo da vedere
una volta per ridere ed una volta per pensare e commuoversi con la voce di
Enrico che canta, recita, racconta e fa il verso a Vittorio Gassman recitando
“La società dei magnaccioni”, intonata poi da un coro alpino formato dagli
attori e dai musicisti diretti da Giancarlo Colangelo.Paolo Driussi
15.10.2011
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