OCEANO MINA - secondo me
L'ho appena visto, recuperandolo su RaiPlay e questo è il mio parere su questo speciale.
Sembra che "Oceano Mina" sia stato concepito come un omaggio celebrativo, ma forse troppo incentrato su un pubblico di nicchia, quello dei fan più devoti che possono cogliere ogni riferimento, anche il più criptico (tipo il recupero di Mondo Marcio con "Nella bocca della Tigre"). Per chi conosce Mina solo superficialmente, magari attraverso hit come "Se telefonando" o "Brava", il programma potrebbe essere risultato un po’ caotico o autoreferenziale, con troppi nomi (Elisa, Gabbani, Britti, Agnelli, Blanco) e rimandi a progetti recenti come "Gassa d’Amante" che non hanno la stessa forza dei suoi classici.
L’impressione è che abbiano provato a bilanciare passato e presente: da un lato i filmati d’archivio (come "Oggi sono io" o "Mi sei scoppiato dentro il cuore") che sono un tesoro per chi ama la Mina degli anni d’oro, dall’altro la promozione di collaborazioni moderne e l’uso dell’intelligenza artificiale per un video di "Luna Diamante", che potrebbe essere un tentativo di renderla attuale. Però se c’è stata una carrettata di giovani cantanti intervistati un mese fa durante la settimana sanremese che non hanno aggiunto nulla di nuovo e un’insistenza su aneddoti che si potevano tralasciare (Mina che cucina salsicce a Lugano per Britti o i soliti elogi di Malgioglio e Mollica (ditemi un nome di cui non abbia parlato in termini più che entusiastici), forse non sono riusciti a parlare davvero a un pubblico più ampio o meno iniziato.
Giorgia mi è sembrata la voce più autentica in mezzo a tanti contributi, forse perché ha un legame musicale più diretto con lo stile di Mina. Ma per un non-fan o per chi si aspettava una narrazione più lineare e meno "da archivio", il rischio di spegnere prima della fine è stato alto. Magari sarebbe stato più efficace un focus su cosa rende Mina unica ancora oggi, oltre i panegirici e le promozioni, ma è anche vero che per un’icona come lei, ogni tentativo di riassumerla finisce per essere o troppo nostalgico o troppo commerciale.
Paolo Driussi.
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