venerdì 12 settembre 2025

 Happy heavenly birthday, dear friend of the pigeons.




In the golden hush of Venice's embrace,
Where Saint Mark's Square whispers secrets to the tide,
My father stood, a gentle silhouette against the lace
Of arching stone, with pigeons as his faithful guide. They fluttered like confetti from forgotten feasts,
Alighting on his shoulders, soft as morning mist,
While gondolas hummed lullabies to the east,
And the lagoon cradled the world in its wrist. Now, on this birthday etched in stars' soft gleam,
We raise our voices to the vaulted skies above—
Where you wander still through eternal dreams,
Surrounded by wings, wrapped in boundless love. Happy heavenly birthday, dear friend of the pigeons,
In Venice's echo, my spirit sings forever.
Paolo Driussi

mercoledì 13 agosto 2025

 Cristiano "Popi" Minellono 



Cristiano "Popi" Minellono (Arona, 1946) è un paroliere, attore e autore TV. Ha scritto testi per artisti come Adriano Celentano e Toto Cutugno, vendendo milioni di copie nel mondo. Un vero talento della musica. Ha scritto successi come "L'Italiano" (Toto Cutugno), "Felicità" e Ci sarà"(Al Bano e Romina) e "Se m'innamoro" (Ricchi e Poveri) (vincitori a Sanremo) e altri, vendendo oltre 650 milioni di dischi. Ha lavorato in TV (Mediaset) e pubblicità (Coca-Cola, Ferrero). E molto legato ad Arona, la sua città natale, dove ha ricevuto riconoscimenti per il suo contributo alla musica italiana.

Nel 1968 ottiene i primi successi con "Soli si muore" di Patrick Samson e "Il primo giorno di primavera" dei Dik Dik.
Negli anni '80, la sua collaborazione con Toto Cutugno porta alla creazione di "L'Italiano", un brano  che descrive con ironia e poesia l'Italia e gli italiani, inizialmente rifiutato da Celentano. Minellono racconta che l'ispirazione per il testo nacque guardando il programma "Buongiorno Italia" su Canale 5.
Toto Cutugno gli aveva inviato una melodia e lui, per scrivere il testo, stava cercando l'ispirazione. Una mattina, dopo aver fatto le ore piccole, accese la TV e si imbatté nel programma mattutino "Buongiorno Italia" su Canale 5. Da lì, l'idea di descrivere l'italiano medio in maniera ironica e affettuosa si accese, portandolo a scrivere versi come "con la bandiera in tintoria" e "una 600 giù di carrozzeria".
Il brano, nella sua versione originale, era stato pensato per Adriano Celentano. Minellono e Cutugno lo proposero al "Molleggiato", che però lo rifiutò. Celentano, a quanto pare, non si sentiva a suo agio a cantare una canzone che lo descriveva in maniera così generica e popolare. Fu un rifiuto che cambiò per sempre la storia della musica italiana, rendendo "L'Italiano" l'inno di Toto Cutugno nel mondo.

Un altro aneddoto riguarda la genesi del brano "Ci sarà" di Al Bano e Romina Power, che vinse il Festival di Sanremo del 1984. Minellono ha raccontato di aver scritto il testo quasi interamente al telefono con Al Bano, mettendo insieme le parole e le strofe mentre parlavano. Un metodo di lavoro a dir poco insolito per un brano destinato a trionfare sul palco dell'Ariston.

Il tema principale di "Il tempo se ne va", scritta da Minellono per Adriano Celentano nel 1980, è il passaggio del tempo e la nostalgia legata alla crescita dei figli e al cambiamento della vita familiare. Il testo riflette con sensibilità e un pizzico di malinconia il momento in cui un genitore, in particolare un padre, si rende conto che la figlia sta crescendo rapidamente, diventando una donna e allontanandosi dall'infanzia. Attraverso immagini semplici e quotidiane, come il riferimento a una gonna corta o al primo amore, la canzone cattura l'inevitabilità del tempo che scorre e il senso di perdita misto a orgoglio che accompagna il vedere i propri figli diventare adulti. È un brano universale che tocca il cuore per la sua autenticità emotiva e la capacità di descrivere un'esperienza comune con poesia e immediatezza.

Oltre alla musica, Minellono ha lavorato come autore televisivo per programmi Mediaset, come Buona Domenica, ed è stato attivo nel mondo della pubblicità, scrivendo testi per spot di marchi come Ferrero e Coca-Cola (suo il testo del famoso spot natalizio della Coca Cola "Vorrei cantare insieme a voi"). Ha anche vinto lo Zecchino d’Oro nel 2004 con "Il gatto puzzolone".
Minellono ha lodato Marco Mengoni come uno dei pochi artisti validi della scena contemporanea, criticando il predominio del rap e apprezzando il ritorno a sonorità più melodiche.

Minellono ha avuto anche una lunga esperienza di attore teatrale sviluppatasi peraltro in giovanissima età e poi tralasciata per altre strade: compagnia dei giovani "il buio in cima alle scale", compagnia Adani-Cimara-"L'ospite inatteso", Compagnia Brignone Santuccio, Compagnia Calindri Volonghi Lionello, Compagnia Piero Mazzarella ecc. Nel 1959 è stato anche fra gli interpreti del film "La notte brava" di Mauro Bolognini, dove fu accreditato come Cristiano Minello.

Come Cristiano Minello ha interpretato anche per la televisione due serie complete della serie televisiva "Le avventure di Laura Storm" a fianco di Lauretta Masiero ed Aldo Giuffrè

Minellono è stato per dodici anni consigliere di amministrazione del Piccolo Teatro di Milano. Ha ricoperto inoltre la carica di direttore generale della B & G Entertainment (dal 2002 al 2003) e ha fondato l'Associazione Italiana degli Autori. È stato anche responsabile artistico della Fininvest dal 1981 al 1989, capo degli autori e consigliere di Silvio Berlusconi.

Definisce le sue canzoni come "poesie senza musica" e sottolinea la difficoltà di creare brani pop che diventino evergreen. Scrive testi in tempi record, spesso in meno di cinque minuti.

Cristiano "Popi" Minellono vive in Brianza dal 1975, precisamente a Triuggio. Praticamente si sente brianzolo. Con Monza ha un legame di grande amore: per decenni ha corso in macchina e Monza era il suo autodromo. Ha corso con i prototipi, con la Formula 2000, con la Formula 3 e con il Turismo Gruppo 2. Per questo il suo rapporto con Monza e la Brianza è di grande amore. Ma anche di grande odio. Perché ha visto che ormai non si costruiscono più le case ma solo capannoni.

martedì 22 luglio 2025

 

DEAR SISTER




A life so rich, radiant as the sun,

Our sister, mother, heart that never fades.

Three children raised with love that never wanes,
Through joys and trials, your strength endures.

Your wise hands wove stories deep and vast,
Each wrinkle traced a journey, love your guide.

From youthful dreams to twilight’s gentle glow,

You built a world where warmth and kindness bloom.
Your laughter, clear, echoed without end,
A voice of comfort, chasing every fear.

Three hearts you shaped, carrying your light,

Their lives a tribute to your glorious name.

Though now you’ve passed beyond the earthly skies,
Your spirit dances in your children’s eyes.

In sweet memories, your love will never fade,

Dear sister, forever our hearts you sustain.


Paolo Driussi

lunedì 30 giugno 2025

 L’Apparenza che Conta




In un’epoca in cui l’immagine sembra dettare legge, l’esibizionismo è diventato una componente fondamentale del successo nel mondo della musica pop. Non si tratta più solo di talento vocale o di capacità artistiche, ma di come ci si presenta al pubblico, di come si incarnano le tendenze del momento. Artiste come Elodie, Emma Marrone, Alessandra Amoroso e Annalisa sono esempi perfetti di questa dinamica: cantanti di talento, ma costantemente sotto la lente di ingrandimento per il loro look, le loro scelte stilistiche e la loro vita privata. In un contesto dove l’apparenza è tutto, il buon gusto e il buon senso si intrecciano con le aspettative di un’industria che spesso premia l’estetica più del contenuto.
Oggi, le mode non riguardano solo l’abbigliamento o il trucco, ma un’intera narrazione costruita attorno all’artista. C’è un’arroganza implicita nel doversi conformare a ciò che il pubblico e i media si aspettano, e criticare queste scelte sembra quasi un tabù. Elodie, con i suoi outfit audaci come bikini, hot pants e corsetti, è stata consacrata come la prima donna a riempire lo stadio Maradona di Napoli, attirando 44.000 spettatori con uno show che mette insieme pop, dance e influenze internazionali. Ma il suo successo non è esente da critiche. Alcuni utenti la accusano di puntare troppo sull’immagine, con commenti che riducono il suo talento a un “bel corpo” o la definiscono “sopravvalutata” senza il suo appeal estetico. Eppure, Elodie stessa ha raccontato di un’adolescenza timida, lontana dai riflettori, dove cantare davanti agli sconosciuti era una sfida, come rivelato da sua sorella Fey in un’intervista.
Emma Marrone, d’altra parte, è un’artista che ha sempre fatto della schiettezza la sua cifra. Recentemente a Napoli per il 50° compleanno dello stilista Francesco Scognamiglio, ha sfoggiato un look trasparente e audace, in linea con il suo stile deciso. Emma, che ha condiviso il palco con Alessandra Amoroso per il duetto “Pezzo di Cuore” e ha un rapporto di amicizia con molte colleghe, rappresenta un modello di autenticità, ma anche lei deve navigare le aspettative di un pubblico che scruta ogni dettaglio.
Alessandra Amoroso, al settimo mese di gravidanza, è un altro esempio di come l’immagine sia centrale. Il suo “Fino a qui Summer Tour 2025” ha fatto parlare non solo per la musica, ma anche per il suo pancione orgogliosamente in mostra mentre canta in tacchi alti e abiti sexy. Però non mancano le critiche: c’è chi ritiene che dovrebbe “stare a casa” invece di esibirsi incinta. La Amoroso, con la sua carriera costruita su hit come “Stupendo fino a qui” e collaborazioni con artiste come Annalisa e Fiorella Mannoia, dimostra che il talento può convivere con l’immagine, ma il pubblico sembra spesso più interessato al suo aspetto che alle sue canzoni.
Annalisa, definita la “regina del pop italiano”, è reduce da un tour di grande successo, con oltre 200.000 biglietti venduti e un concerto-evento trasmesso su Canale 5. Il suo nuovo look con capelli corti e spettinati ha fatto parlare, così come le sue performance energiche, ma anche lei è finita nel mirino delle critiche. La accusano di non saper ballare o di seguire mode imposte, mentre altri ne lodano la versatilità. A “La Vita in Diretta”, la giornalista Concita Borrelli ha tirato in ballo Annalisa, Elodie e Amoroso, riducendo il loro successo al fatto di esibirsi in “mini shorts” o con la “pancia fuori”, alimentando un dibattito su patriarcato e sessismo che ha suscitato reazioni contrastanti.
Il punto è che, per queste artiste, l’apparenza cambia tutto. L’industria musicale le spinge a incarnare un’immagine che sia vendibile, che catturi l’attenzione, che generi discussioni. Ma questo focus sull’estetica rischia di oscurare il loro talento. Elodie, Emma, Alessandra e Annalisa hanno conquistato il pubblico con voci uniche, eppure si trovano costantemente a difendersi da giudizi che poco hanno a che fare con la musica.
Per il pubblico però l’apparenza può cambiare poco. Chi ama la loro musica continuerà ad ascoltarle, indipendentemente dal look. La vera sfida per queste artiste è mantenere l’equilibrio tra autenticità e le pressioni di un sistema che premia l’immagine. In un’epoca di esibizionismo palesato, Elodie, Emma, Alessandra e Annalisa dimostrano che si può brillare senza perdere se stesse, ma il prezzo da pagare è un giudizio costante che spesso guarda solo la superficie.

domenica 29 giugno 2025

My Twin Days of Joy


On June twenty-eighth, my birthday did shine,

A year of my dreams, of moments divine.

The twenty-ninth came, my name held so dear,

A saint’s gentle glow, I’m grateful to bear.  

Two days of my joy, of love, and of light,

My heart’s beaming wide, my spirit takes flight.

With blessings I stand, my journey’s a star,

My Birthday, my Name Day—here’s who I am!


Paolo Driussi

mercoledì 11 giugno 2025

 NON E' QUESTO CHE CONTA




Il vento soffiava leggero tra i cespi della lavanda.Mi piaceva trovarti là al crepuscolo,con quell’aria che arrivava da paesi, da mondi lontani.La mano dalle dita corte e le unghie rosicchiate aveva una grazia ritrosa e come segreta.Era abbandonata, ma stringeva anche un poco, e il sottile calore che emanava da essaera un’ultima dedizione silenziosa.Provavo une delusione anticipata, una stanchezza rispetto alla vita. Non era la paura di una violenza, ma piuttosto il senso di una decadenza inarrestabile, fatale.E la certezza di adesso non è nemmeno un confortoper la mia incomprensione di allora.
Paolo Driussi

(Marzo 1990)